L’utilizzo dell’ascolto passivo porta ad esprimerci attraverso una delle 12 modalità errate o blocchi comunicativi che Thomas Gordon, psicologo americano, ha chiamato BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE:
1) Dare ordini, comandare, esigere:
“Devi…”, “Bisogna che tu…”
Questi messaggi comunicano all’altro che i suoi sentimenti, emozioni, pensieri e comportamenti non sono adeguati e che chi parla sa cosa sia bene o male per l’altra persona.
2) Minacciare, avvertire, mettere in guardia:
“Se non fai così …”, “ Se continui così …”, “ti ostini a non seguire i miei consigli …”
Sono messaggi simili a quelli precedenti, ma qui le conseguenze, se non si ubbidisce, sono più esplicite.
3) Moralizzare, rimproverare, fare la predica:
“Non ci si comporta in questo modo …”, “Sarebbe opportuno …”, “Sei il solito irresponsabile …”, “lo dico per il tuo bene …”
Questi messaggi creano un obbligo imposto e sensi di colpa e costringono la persona a sottostare al potere esercitato da idee e valori altrui. Questi messaggi comunicano la mancanza di fiducia nel senso di responsabilità e scelta dell’altro.
4) Offrire soluzioni, consigli:
“Secondo me la cosa migliore da fare è …”, “ascolta il mio consiglio, ci sono passato anch’io, vedrai che è la cosa migliore anche per te”
Fornire soluzioni e consigli elaborati senza tener conto dell’altro, questo blocca la comunicazione.
5) Argomentare, redarguire:
“Sì, però …”, “No, non mi dire che …”
Con una modalità un po’ diversa dalla precedente, anche questi messaggi tendono a sollecitare misure difensive e contro-argomentazioni nell’altra persona.
6) Giudicare, criticare:
“Tu sei fondamentalmente egoista …”, “Stai sbagliando tutto …”
La valutazione induce le persone a nascondere i loro veri sentimenti e questi messaggi insinuano una valutazione di incompetenza e interrompono la comunicazione.
7) Fare apprezzamenti, manifestare compiacimento
“Bravo, questa sì che è la scelta migliore …”, “Finalmente hai fatto la cosa giusta!”
Questa è una barriera difficile da individuare come tale, è sempre piacevole e gratificante ricevere apprezzamenti. Allo stesso tempo il messaggio che inviamo di “approvazione”, implicitamente contiene l’idea che altre scelte le avremmo giudicate sbagliate o non adeguate. Anche se possono apparire come manifestazione di stima e fiducia, sono atteggiamenti manipolatori e paternalistici.
8) Ridicolizzare, etichettare
“Ecco sei il solito sbadato!”, “Ci risiamo…”, “No, tu non parlare perché quando parli tutti si addormentano!”
Queste modalità sono ulteriori aspetti della valutazione negativa e della critica.
Sono i classici messaggi che svalutano la persona e non solo il suo comportamento e che possono ferire profondamente.
9) Interpretare, diagnosticare
“Penso che in realtà tu non voglia dire questo …”, “Io so cosa stai cercando di dire realmente…”
L’atteggiamento interpretativo consiste nell’attribuire un nostro significato alle parole dell’interlocutore. Si traduce nel dare all’altro una spiegazione del suo problema e questo atteggiamento è spesso sostenuto dall’idea di conoscere di più e meglio il mondo di chi parla.
10) Rassicurare, consolare
“Non avere paura …”, “Vedrai, tutto si risolverà …”, “Su fatti coraggio, non piangere”
Apparentemente, questi messaggi sembrerebbero di sostegno, in realtà sono una barriera perché tendono a bloccare l’esperienza che l’altro sta vivendo.
Se una persona è triste e/o spaventata perché non dovrebbe piangere?
A volte rassicurare e consolare è più un’esigenza legata all’incapacità di sostenere l’esperienza dell’altro che non un reale tentativo di vicinanza emotiva.
11) Fare domande insistenti, investigare, indagare
“Ma come mai è successo?”, “Ma tu cosa stavi facendo?”, “Perché eri lì?”
Consiste in una spiccata tendenza a sollecitare informazioni. Questo porta a spostare il colloquio verso una direzione diversa da quella del nostro interlocutore. Chi riceve domande insistenti ha la sensazione di essere impegnato a rispondere a un interrogatorio. Nelle relazioni quotidiane questi messaggi diventano una barriera alla comunicazione, perché le persone indagate si sentono minacciate.
12) Distrarre, minimizzare
“Dai parliamo piuttosto di cose serie, come va il lavoro?”, “Non è poi così grave quello che è successo, pensa a chi sta peggio di te!”
Messaggi di questo tipo comunicano scarso interesse per il nostro interlocutore e per quello che sta tentando di dirci, è una mancanza di attenzione alle priorità e ai sentimenti dell’altro.
Condividi questo articolo