Perché ho voluto parlare proprio di questo cartone nella puntata?
Molti sono i temi che vengono fuori da questo cartone, così come le interpretazioni che sono state date.
Dall’elogio all’imperfezione di Mirabel in contrapposizione alla sua famiglia perfetta, al tema più generale della famiglia come luogo privilegiato per essere se stessi, alla diversità come forza.
Ma io, come Bruno, voglio raccontarti qui la mia visione di Encanto.
Encanto per me è il viaggio dell’eroe che noi tutti psicologi facciamo nella nostra vita.
Un viaggio che ci permette di scoprire quale grande dono abbiamo come professionisti del benessere psicologico, ma che spesso viene sottovalutato e che noi stessi, per primi, tendiamo a sottovalutare.
Non ci sentiamo speciali, non ci sentiamo abbastanza bravi rispetto ad altri professionisti, non capiamo fino in fondo qual è il nostro dono e forse, a volte, pensiamo di non averlo proprio ricevuto.
Mentre altre professioni hanno già chiaro molto presto cosa faranno nel loro mestiere e come lo faranno, noi no. Noi spesso ci mettiamo a servizio degli altri e dimentichiamo il nostro valore come professionisti.
Non capiamo come dobbiamo fare a diventare psicologi, non sappiamo come valorizzarci.
E allora a volte ci sediamo un po’ e ci diciamo “va bene così, anche io sono speciale come gli altri, anche se non ho un dono. Forse devo solo rimboccarmi di più le maniche e fare di tutto, in modo che gli altri vedano anche anche io valgo qualcosa”
Quindi? Facciamo gli educatori, gli insegnanti, i tutor, 1500 lavori diversi per far vedere che anche noi lavoriamo. E poi facciamo corsì su corsì su corsi.
Formazione su formazione per far vedere in primis a noi stessi che anche noi siamo qualcuno.
Ma non è così che riusciremo a scoprire il nostro dono, il nostro vero valore.
Mirabel ce lo insegna.
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